Cross-Border Ecommerce
Lo stato dell’ecommerce è in rapida evoluzione ed è diventato sempre più impegnativo per i rivenditori tenere il passo con tutti i cambiamenti nei comportamenti e nelle aspettative degli acquisti transfrontalieri. A tal fine, Flow ha commissionato un rapporto di ricerca multi-mercato al fine di:
- Capire come la pandemia abbia influito sulle preferenze dei consumatori per lo shopping online nei primi 8 mercati: Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Francia, Germania, Giappone e Cina.
- Scoprire le opportunità nelle aree di domanda post-pandemia rispetto al cambiamento delle preferenze degli acquirenti quando si tratta di esperienze localizzate, dalla navigazione dei prodotti all’evasione degli ordini.
Con Cross-Border, ci riferiamo a un rivenditore online che si trova fuori dal paese d’origine dell’acquirente e possiamo anche definirle vendite transfrontaliere.
Chi sono gli acquirenti transfrontalieri?
Nel complesso, gli acquisti transfrontalieri sono cresciuti significativamente con 3 acquirenti online su 4 (76%) che hanno fatto acquisti fuori del loro paese d’origine, contro il 69% del 2019.
Guardando ai primi 8 mercati, Australia (89%), Canada (87%), Francia (81%) e Germania (77%) si sono classificati ai primi posti negli acquisti transfrontalieri, coerentemente con le classifiche del 2019.
- Tre acquirenti britannici e cinesi su quattro (75% e 74%) hanno mostrato un aumento significativo degli acquisti transfrontalieri rispetto al 2019 (+9pt ciascuno).
- Gli acquirenti statunitensi sono rimasti coerenti con circa due terzi degli acquirenti che acquistano fuori dal paese – circa lo stesso numero del 2019 (64%).
- Il Giappone si è classificato all’ultimo posto negli acquisti transfrontalieri (50%), Ha anche mostrato la maggiore crescita rispetto al 2019 (+14 punti).
Da quali paesi acquistano gli acquirenti transfrontalieri?
Stati Uniti, Cina e Regno Unito si sono classificati costantemente tra i primi 3 paesi dalle persone che acquistano nella maggior parte dei mercati, coerentemente con il 2019.
Allo stesso modo, sono state osservate variazioni di classifica in base alla vicinanza geografica.
- La Nuova Zelanda è apparsa nella top 5 per l’Australia (16%).
- I Paesi Bassi e l’Austria per la Germania (12% e 10%).
- Il Canada per gli USA (18%) .
- Tra i partner dell’UE, gli acquirenti francesi sono molto più propensi ad acquistare dalla Germania (25%) che viceversa (8%) invertendo la tendenza del 2019.
- Entrambi i paesi sono ugualmente propensi ad acquistare dal Regno Unito post-Brexit con il 29% degli acquirenti francesi e il 26% di quelli tedeschi che acquistano dal Regno Unito.
Quali categorie acquistano gli acquirenti transfrontalieri?
Gli acquirenti di abbigliamento sono interessati a un’ampia varietà di categorie quando acquistano oltre confine.
Le categorie più popolari includono scarpe, accessori di moda e bellezza/cura personale (34% ciascuno), simili alle tendenze del 2019.
Alcuni acquirenti cross-border hanno anche menzionato l’elettronica di consumo (25%), i gioielli (21%), gli articoli sportivi (16%) e gli articoli alimentari (15%).
I punti salienti specifici ci dicono che:
- Gli acquirenti cinesi sono più propensi a fare acquisti di bellezza / cura personale, articoli sportivi, articoli alimentari e cura del bambino, come 2019.
- Il Giappone, che ha visto il maggiore aumento degli acquisti transfrontalieri nel complesso, ha mostrato una maggiore domanda di accessori di moda, bellezza e articoli alimentari.
- Gli acquirenti statunitensi hanno continuato a comprare più gioielli rispetto ad altri paesi.
Quali sono le barriere allo shopping cross-border?
I clienti che non utilizzano il cross-border commerce, citano le stesse preoccupazioni del 2019.
Gli alti costi di spedizione sono la maggiore preoccupazione rilevata dal 45% del totale degli intervistati, seguita dalla preferenza per i rivenditori locali (38%), dalla lentezza nella consegna dei prodotti (36%) e dalle preoccupazioni sulla sicurezza del sito (34%).
Circa 1 intervistato su 4 ha anche citato la mancanza di fiducia nei confronti dei rivenditori transfrontalieri (26%) e le tasse elevate (25%).
I punti salienti specifici di ogni paese sono:
- In Giappone, dove lo shopping transfrontaliero è il più basso, le preoccupazioni per la sicurezza del sito e la mancanza di una lingua localizzata rimangono barriere significative.
- Per gli acquirenti francesi e tedeschi, la capacità di parlare con il servizio clienti è più importante che per gli altri paesi.
- L’Australia e il Canada hanno citato il cambio di valuta che rende troppo costoso fare acquisti transfrontalieri, dato che il dollaro americano è rimasto forte rispetto a queste valute.
In termini di tendenze, la preferenza per l’acquisto locale è significativamente più alta dopo la pandemia (+9 punti) ed è notata tra gli acquirenti cinesi, francesi e statunitensi (+19 punti, +12 punti e +10 punti rispettivamente).
Quali sono le barriere allo shopping cross border per chi compera?
Quando è stata posta la stessa domanda, gli acquirenti abituati a comprare su ecommerce cross-border hanno citato preoccupazioni simili.
- La metà degli intervistati ha menzionato la spedizione costosa (51%) o la consegna lenta del prodotto (49%) come ragione principale per non fare più acquisti.
- Un terzo ha anche citato le tasse elevate (34%).
- La preferenza per i rivenditori locali e la mancanza di fiducia nei confronti dei rivenditori transfrontalieri sono significativamente meno importanti tra gli acquirenti transfrontalieri rispetto a quelli non transfrontalieri (15% contro 38% e 10% contro 26% rispettivamente).
Gli acquirenti transfrontalieri hanno evidenziato diversi fattori come barriere per acquistare di più da altri paesi.
- Guardando ai vari mercati, i costi di spedizione sono un fattore significativo per gli acquirenti australiani, canadesi e britannici che acquistano dagli USA (66%, 59% e 59%).
- Questi acquirenti hanno anche condiviso le preoccupazioni sul tasso di cambio con il dollaro USA.
- La sicurezza del sito è sempre un problema per gli acquirenti in Giappone, Francia e USA (51%, 38% e 31%).
Cosa dovrebbero fare i retailer riguardo ai risultati?
I risultati di questo studio rivelano importanti implicazioni per i rivenditori transfrontalieri. In generale, ogni mercato ha profili di acquirenti distinti e preoccupazioni che devono essere affrontate in modo localizzato.
Questo livello di personalizzazione include:
- Localizzazione della lingua nei mercati chiave (in particolare quelli di lingua inglese)
- Ottimizzazione dell’esperienza di checkout (ad esempio, tasse e imposte)
- Affrontare le barriere agli acquisti transfrontalieri (es. spedizione, consegna, sicurezza del sito)
- Comprendere meglio le esigenze degli acquirenti transfrontalieri (ad es. categorie di prodotti, servizio clienti).
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