Quando si apre un ecommerce si dovrebbe sempre pensare alla vendita all’estero. I dati italiani ci dicono che il consumatore italiano compra all’estero più di quanto il consumatore straniero compra in Italia. Vendiamo 1626 milioni di euro all’estero e compriamo per 2886 milioni di euro.
E’ evidente che la vocazione alla vendita online è soprattutto nazionale.
Ma ci sono prodotti e servizi che trovano una grande collocazione al di fuori dei confini e bisogna essere in grado di vendere e di realizzare profitti.
E mentre si discute di usabilità, navigazione, esperienza del cliente, marketing e promozione ci si dimentica degli aspetti fiscali importanti.
Il problema dell’IVA.
In un mercato globale, fortemente competitivo, bisogna garantire la conformità delle operazioni alla normativa IVA di giurisdizioni diverse, che hanno tempi e norme diverse, che possono variare velocemente e che potrebbero metter fuori gioco le imprese che non sanno muoversi bene nel campo minato delle legislazioni tributarie.
Nel caso in cui un’azienda italiana venda merci online(e-commerce indiretto) a privati residenti presso un determinato paese UE, può applicare l’Iva italiana al 21% fino a raggiungere un limite di vendite inferiore a quello stabilito per quello specifico Stato. Superato questo limite il venditore deve applicare, con una specifica opzione da indicare nella dichiarazione annuale, l’imposta nel Paese di destinazione dei suoi prodotti.
La tabella con i limiti.
I limiti da tenere presenti sono quelli indicati in questa tabella, aggiornata a marzo 2012.
Il venditore italiano deve quindi nominare un rappresentante fiscale, deve identificarsi direttamente nello Stato comunitario del soggetto acquirente perché deve adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla disciplina IVA di quello specifico Paese.
Come si capisce bene, un’azienda che pensa di vendere all’estero e che ha una spiccata propensione per la vendita all’estero DEVE sapere queste cose e deve attrezzarsi di conseguenza.
In linea di principio, sarebbe opportuno partire fin dall’inizio con la rappresentanza fiscale all’estero perché nell’ottica di sfruttare la diversa imposizione IVA da Paese a Paese l’imponibile di riferimento sarebbe diverso ed il venditore italiano avrebbe un incasso al netto dell’iva superiore, laddove l’imposizione fosse inferiore all’Italia.
Gestire questi processi è complicato. Il consiglio è di evitare il fai da te e di rivolgersi a consulenti molto preparati nella materia.
La mia personale esperienza mi porta a consigliarvi Meridian-Vat Italia srl che ha esperienza pluriennale in materia e che può indirizzare le aziende a fare le cose correttamente.