Molto interessante il post pubblicato da SeeWhy Is Your Website a Bucket or a Sieve?.
Il tuo sito web è un colabrodo. Per quanta acqua metti dentro, altrettanta ne esce…
Seewhy ha perso un campione di 60.000 transazioni in diversi e-Commerce a febbraio 2011 ed ha elaborato alcuni grafici.
1 – Il primo grafico rappresenta le fonti di traffico dei clienti che hanno effettivamente caricato le merci nel loro carrello della spesa.
La posta elettronica ha portato più traffico, sopra la ricerca diretta e sopra anche la ricerca sui motori. I social media portano il 4,3% del traffico, molto meglio del display advertising che vale solo l’1,7%.
2 – Il secondo grafico rappresenta i clienti che hanno concluso la transazione, comprando qualcosa, e chiaramente rafforza gli andamenti del grafico precedente.
Le email ed il traffico diretto migliorano la loro perfomance, la ricerca su motori cala al 3,68% e, sorpresa, mentre i social media sono il 2,11 della fonte di traffico, il display advertising è uno scarsissimo 0,53%.
3 – Il terzo grafico mostra i tassi di conversione al carrello della spesa per ciascuna delle fonti di traffico.
Molte cose sono conosciute.
Coloro che sono affezionati alla marca o che hanno già comperato, oppure coloro che si sono iscritti alla mailing list, sono la migliore fonte di traffico quando li contatti direttamente.
Attenzione: coloro che si sono iscritti volontariamente alle mailing list non sono certo coloro i cui indirizzi sono stati recuperati da chissà quali fonti e che non hanno mai espresso una esplicita intenzione di ricevere news e mail dirette…
Molto correttamente SeeWhy, nell’analizzare la differenza di dati tra le conversioni al carrello e la conversione “all’ultimo clic” suggerisce che ci sono certamente analisi più approfondite da fare caso per caso. Siti di prodotti unici non ripetibili e prodotti di consumo con acquisto continuativo, sono sicuramente diversi, quindi le affermazioni generali non possono essere risolutive e valide per tutti.
Ci sono però indicazioni utili da trarre.
Forse non è così inutile fare pubblicità su Facebook, anche senza aggiungere risorse, ma solo spostando le quantità a fonti diverse. Questo vale per un e-Commerce, ma vale anche per un qualsiasi sito web: tutti vendono qualcosa, prodotti, servizi, competenze.
L’email marketing non è forse così “nuovo” come il social media marketing e lo si considera così vecchia scuola da non dedicarci attenzione. Oppure, ed è la risposta che mi sembra più realista, l’email marketing è usato male e con disinteresse: liste casuali, inserimenti di persone senza interesse, nessun progetto di come fare e cosa fare, nessuna analisi del traffico, delle aperture e della profilazione. Ed è sicuro che trattato in questo modo, l’email marketing non sarà mai in grado di raggiungere buone perfomance.
Ma di chi è la colpa ? Dello strumento, della macchina, o di chi la guida mentre pensa ad altro ?